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Nedelia Tedeschi Z’L’


Ritorna la nostra rubrica Il Portavoce dedicata alle figure più significative dell’ADEI WIZO con un ricordo di Nedelia Tedeschi, scritto dalla figlia Irene. Nedelia, scomparsa nel 2020 all’età di 91 anni, è stata una colonna della Comunità ebraica di Torino. Insegnante e instancabile divulgatrice, un riferimento didattico per molte generazioni di ebrei italiani grazie anche ai suoi personaggi ideati per le colonne di “Per noi” e “DafDaf”.

Al suo attivo aveva anche una raccolta di poesie Non voltarti mai indietro (2013 con Giuntina), il libro A domanda rispondo, che raccoglieva le domande che più spesso si è sentita rivolgere nelle scuole e, come vedrete da questo ricordo, molto molto altro. Il suo insegnamento comprendeva anche la dolorosa testimonianza della Shoah: con il padre Enzo, deportato e ucciso ad Auschwitz e lei salva grazie all’intervento di due coniugi piemontesi.

Sia il ricordo di Nedelia Tedeschi di benedizione.


“Una ne fa e cento ne pensa. Se non c’è, lo faccio io. Creatività e cambiamento. Dentro a questi tre pensieri, si può certamente ritrovare lo spirito di mia mamma, Nedelia.

Quando, verso la fine degli anni Settanta, venne assunta dalla scuola ebraica, si trovò di fronte a tutte le difficoltà e le necessità che richiede l’insegnamento di una materia così ampia e diversificata come l’ebraismo. Ha cominciato ad affrontarle con recite, spettacoli e attività per lo Shabbat con tutti i bambini riuniti. Ma poi, ecco la grande idea: un riassunto delle Parashot per bambini, un testo che manteneva intatti i concetti, la narrazione e le mitzvot, ma ne adattava il linguaggio. Prima di allora le riduzioni per bambini comprendevano solo i primi due libri della Torà, Genesi ed Esodo e gli altri tre rimanevano sconosciuti. “Per noi” giornale appena nato dell’ ADEI WIZO, destinato ai più piccoli e diretto da Clara Kopciowski e Italia Friedenthal, cominciò la pubblicazione di questi riassunti, una parashà per volta e alla fine tutte le parashot furono radunate in un unico libretto che ebbe grande diffusione e fu usato in tutte le scuole ebraiche per molti anni in tutte le classi elementari.

Finito questo lavoro su “Neviim rishonim”, ovvero i Profeti, ci voleva subito un’altra idea…ed ecco spuntare dalle pagine del “Per noi” il famosissimo Nano Lunino. Piccolo nanetto con il fiocco del cappello che rappresentava la luna e si trasformava cambiando a seconda della festa presentata, luna piena, nuova, un quarto… Poche facciate da piegare e trasformare in libretto da cui il simpatico personaggio, con parole semplici adatte ai più piccoli spiegava una festa alla volta. Questo personaggio, atteso dai bambini di ricorrenza in ricorrenza, è rimasto nella memoria collettiva, ho scoperto ultimamente che molti giovani adulti lo ricordano con entusiasmo e tenerezza. E non è finita qui perché Al Nano Lunino sono seguiti i “Sei Saggi Nanini” incaricati di spiegare i Pirkei Avot.

Intanto le redini del “Per noi” erano passate ad Anna Stern che si occupava principalmente della distribuzione e diffusione, mentre a Nedelia spettava il lavoro redazionale. Tra racconti, filastrocche, lavoretti da fare, testi di recite, Nedelia rimase al giornale fino alla sua chiusura per difficoltà economiche, a metà del 1989.

Una volta che non c’era più il giornale, però, occorreva creare subito qualcos’altro, qualcosa che prima non esisteva: canzoni in italiano per le feste. Nascevano così i sei brani per le sei festività scritte da Nedelia con le musiche di Arrigo Tomasi e la voce di Lucia Tomasi. Ancora oggi non c’è bambino che frequenti la scuola ebraica, almeno a Torino, che non canti: “Aman, Aman, non ce la farai mai…” e “E’ il mese di Shevat e in cielo è luna piena…” Le due più orecchiabili composte per Purim e Tu Bishvat.

Ma non ci sono solo i bambini nel pensiero di Nedelia. Chi non ricorda, tra i tradizionali banchi del Bazar di Chanuccà di Torino, le sue borse dipinte e le bamboline di straccetti? E ci sono anche le riunioni pomeridiane dell’ADEI, trasformate in “Toraperitivi” per insegnare con leggerezza qualche principio di Torah, le guide in Sinagoga, l’amicizia ebraico cristiana, le attività con Rav Somekh e Ornella Sierra alla casa di riposo, le moltissime testimonianze nelle scuole sulla Shoah, le guide alle visite alle carceri Nuove i due libri: “A domanda rispondo” e “A citazione, citazione e mezza” e tante altre cose ancora.

Nel 2011, a 82 anni, ha ricevuto a Gerusalemme dal Consiglio mondiale per l’insegnamento della Torà, un premio per l’attività di una vita, “Per il suo contributo particolare allo sviluppo educativo e moderno rivolto ai figli d’Israele abitanti fuori di Eretz Israel”, “Per il fatto che ha educato durante tanti anni molti allievi i quali sono così rimasti fedeli alla cultura e alle tradizioni ebraiche”. Irene Tedeschi



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