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Il Premio ha una Presidente Onoraria: è Francesca Nocerino


A partire da questa edizione il Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola ha un'autorevole Presidente Onoraria: una figura di grande rilievo culturale che rappresentando il Premio avrà il compito di portare il contributo della propria esperienza in un incarico della durata di due anni.  

La scelta di questa nuova carica da parte del Consiglio Nazionale dell’ADEI WIZO, voluta fortemente dalla Presidente Susanna Sciaky, è caduta su Francesca Nocerino, giornalista, inviata e conduttrice RAI, dove si è distinta arrivando a ricoprire la carica di Vicedirettore del TG2. Una figura estremamente competente per questo ruolo: è stata più volte sul palco del premio Capalbio per presentare gli autori, a lungo responsabile di cinema per il Tg2 e, nella sua rubrica TG2 Weekend, ha sempre avuto una grande attenzione per la letteratura dedicando spazio ad autori e libri. 

Francesca Nocerino inoltre che ben conosce il Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola per aver condotto la premiazione e l’incontro con gli studenti nel 2023 a Pisa e Livorno. 

Siamo molto orgogliosi che la Dott.sa Nocerino abbia accettato di ricoprire questo ruolo istituzionale al quale pensavo da molto tempo – spiega Susanna SciakyLo scorso anno nel conoscerla di persona abbiamo avuto con gioia la conferma della sua competenza e della vicinanza con il nostro mondo. La sua cultura e i suoi consigli saranno estremamente preziosi nel nostro impegno per diffondere il Premio e le sue finalità, specie in un momento come questo, dove serve ogni sforzo per dare alla società e ai giovani una visione corretta della storia e del mondo ebraico”.


Ecco una breve intervista che ci permetterà di conoscere meglio la nuova Presidente Onoraria.


ADEI WIZO Come è nato il rapporto con il Premio ADEI WIZO Adelina Della Pergola?

FRANCESCA NOCERINO: Ho sempre letto con interesse la letteratura ebraica, così come apprezzo gli scrittori israeliani contemporanei: raccontano l’anima si un paese che conosco e amo già da molti anni. Tutto di Israele mi incuriosisce e affascina. Un interesse che mi aveva portata anche a conoscere per fama il premio. È stata una vera sorpresa quando la Presidente mi ha invitata a condurre la scorsa edizione. Ho accettato con gioia, trovando le opere scelte di altissima qualità, e un panorama di contenuti estremamente ampio. È stata anche una scoperta la straordinaria vitalità nel gruppo di lavori del premio e la cura con cui sono organizzati gli eventi, a cominciare dalla scelta della sede della premiazione. Particolarmente impegnativo e utile l’incontro con le scuole. Ho anche avuto occasione di incontrare un grande scrittore come Eshkol Nevo....ma, francamente, tutti i finalisti erano ugualmente interessanti e brillanti..

AW Quanto sono importanti gli obiettivi che si prefigge il Premio nella società contemporanea per i giovani?

FN L’esperienza con le scuole e il contatto con i ragazzi, sono stati un aspetto che ha reso l’esperienza ancora più profonda. La cultura ebraica è fondamento della nostra Europa, eppure è poco conosciuta nel nostro Paese. C’è una fetta "storica" di cittadini italiani che la percepisce ancora come una cultura "altra" e distante. E questa "distanza" è necessario sia colmata proprio con l’informazione e l’istruzione. 

AW Pensa che questa consapevolezza possa essere utile anche per contrastare la deriva antisemita scatenata dai massacri del 7 ottobre?

FN Alla luce di quegli orribili fatti è ancora più necessario che chi sta formando una coscienza sociale conosca la realtà e la cultura ebraica. Purtroppo l’atteggiamento di ostilità diffuso in questo periodo, che arriva ad avere una deriva antisemita violenta in Europa e negli Stati Uniti, nasce da una totale ignoranza della storia che si riflette nella disinformazione corrente...Sotto l’ombrello di uno slogan ormai diffuso, antisionismo non è antisemitismo, si riparano due cose gravissime. La prima è confondere il termine sionismo con la politica israeliana, senza conoscer minimamente le radici di un movimento popolare e socialista, la seconda è non comprendere come le presunte critiche politiche si estendano al concetto di ebraismo in sé, cadendo inevitabilmente nel buio dell’antisemitismo. Solo insegnando la storia di Israele e gli eventi di cui è stato vittima dal ‘48 possiamo contrastare questo fenomeno. E il Premio può sicuramente fare molto per questo.

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