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La luce del Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola brilla a Torino

Aggiornamento: 28 mag

La cultura come una luce per illuminare un tempo di oscurità, i libri come strumento per sconfiggere l’ignoranza che porta al pregiudizio e, da questo, all’antisemitismo”. Parole fatte risuonare con forza da scrittori, istituzioni e dai tanti ospiti delle giornate conclusive del XXIV Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola che si sono celebrate a Torino l’8 e 9 maggio. Parole che sono lo specchio della tragica attualità di questi giorni e di un Premio creato con lo scopo di diffondere cultura, tradizioni e valori dell’identità ebraica, rendendo al contempo i cittadini consapevoli di quanto questa sia connessa alla società contemporanea e del ruolo di Israele nella storia moderna delle democrazie.

 

Il saluto di Susanna Sciaky e l’intervento di Luca Barbareschi

 I due giorni del Premio hanno preso il via al Circolo dei lettori di Torino, con il saluto di Elena Loewenthal che ha ricordato come la data, scelta a ridosso dell’apertura del Salone del Libro, ribadisca l’importanza dell’evento nel panorama della cultura italiana. Il discorso di Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO, è stato introdotto da un breve video dedicato ai centri per l’infanzia WIZO di Sderot, faticosamente riaperti dopo il massacro del 7 ottobre e l’evacuazione per cinque mesi della città, e diventati oggi uno dei simboli del contributo dell’ADEI WIZO per la popolazione d’Israele. Uno spunto per ricordare come da quel giorno l’associazione si sia battuta per ricordare quei giorni e proporne una narrazione corretta: “Io ricordo la Guerra dei Sei Giorni, la Guerra del Kippur, l’Operazione Entebbe, il massacro di Monaco e sarò segnata per tutta la vita dal 7 ottobre e dal ricordo delle sue vittime – dichiara Susanna Sciaky - Israele è una Nazione piccola e non c’è chi tra noi non abbia un amico, un parente, un conoscente tra i caduti di queste guerre. Questo percorso di dolore ha contribuito a renderci un popolo di cui ognuno è diventato una parte vitale e indispensabile per affrontare le avversità che stiamo attraversando. Anche queste rafforzano il nostro coraggio, la determinazione a portare avanti un progetto di conoscenza e convivenza, che non è solo per noi, ma destinato all’intero genere umano. In 24 anni, con questo Premio, abbiamo messo in mano a migliaia di giovani italiani moltissimi libri che parlano delle storie dell’ebraismo e abbiamo portato nei luoghi più belli di questa penisola grandi scrittori come quelli che vedete oggi qui con noi. Abbiamo certo raccontato la Shoah, ma anche fatto capire che esiste uno Stato d’Israele moderno, figlio del pensiero democratico occidentale, dei diritti, dell’inclusione e cercato di spiegare come le due cose siano collegate. Forse abbiamo sbagliato qualcosa, forse dovremo ripensare al nostro approccio con la società e con i giovani, ma è anche vero che non ci tireremo indietro di fronte a questa nuova sfida. Siamo il popolo delle domande, risponderemo anche a queste”.


Per una magnifica coincidenza è stato proprio in questo momento che nella sala, già piena di pubblico, sono arrivati i ragazzi dell’Istituto Pietro Colonna di Galatina, ospiti speciali perché da 11 anni seguono l’iniziativa recandosi in ogni luogo d’Italia dove si sia tenuta. Così l’ADEI WIZO li ha voluti presenti non solo all’incontro con le scuole, ma anche alla Cerimonia di Premiazione di Torino: gli studenti si sono seduti attorno al palco diventando proprio il simbolo dell’impegno verso il futuro sottoscritto dal Premio e la loro Professoressa Lilia Cafaro ha ricevuto dalle mani della Presidente una targa di riconoscimento per questo straordinario affetto.



L’intervento di Luca Barbareschi

A seguire l’intervento di Luca Barbareschi, ospite d’onore di questa Edizione in un intervento critico verso la deriva culturale contemporanea: “Sono felice di essere qui anche per una ragione di appartenenza - esordisce ricordando l’uscita del suo film The Penitent, scritto con David Mamet, che verte anche sul tema dell’antisemitismo - Mentre scrivevamo questa storia ci siamo chiesti come sia stato possibile scivolare in questo mondo di maldicenza assoluta…Un’ondata di imbecillità nata nel post 68 e  tornata in Europa, ci vede uscire da una tradizione spinoziana su cui è fondato il pensiero Europeo. Per anni i cinesi ci hanno studiato per capire perché eravamo migliori di loro e poi hanno capito che a distinguerci era la tradizione Giudaico – Cristiana”.  

Noi siamo il Popolo del Libro – ricorda l’attore e regista - non esistono grandi monumenti realizzati dagli Ebrei. Eppure da quasi 6000 anni esistiamo: sono finiti i Fenici, i Latini, gli Egizi, ma la nostra cultura legata all’elaborazione del pensiero è rimasta. Devo ringraziare mia madre per i libri che mi mandava e mio padre, uomo intelligente che è stato anche partigiano, per avermi obbligato a leggere prima di esprimere un’opinione. Mi auguro che i giovani facciano lo stesso, non perché diventino semiti o antisemiti, ma perché è il solo modo per farsi un’idea di libertà”.


Il contributo di Sergio Della Pergola e Francesca Nocerino,  

Il parterre degli interventi, moderato dalla giornalista Ada Treves, a cui è stata affidata la conduzione della serata, è stato notevole. In collegamento da Israele c’è Sergio Della Pergola che, insieme alla sorella Mara, sostiene l’iniziativa dedicata alla madre: “Può sembrare strano parlare di letteratura mentre è in corso una guerra e ci sono 130 ‘deportati’, ma è un briciolo di sanità mentale in questa follia in cui ci troviamo dopo il 7 ottobre 2023: uno spartiacque nella storia, anche nel modo in cui la civiltà ha reagito. Abbiamo un occidente in fase di regresso, nel modo di agire e di pensare e tutto questo è molto triste.”

Francesca Nocerino, Presidente Onorario del Premio, prende in prestito le parole di Paolo Macrì, “Pensavo che i collettivi sarebbero scesi in piazza per bruciare le bandiere di Hamas, non quelle di Israele…. La storia sette mesi fa ha avuto uno scossone: l’Italia e l’Europa hanno cambiato volto ed è cambiata la faccia di tanti nostri amici. C’è l’onda nera della propaganda antisemita che ha trasformato le vittime in aggressori. È un fenomeno in cui le persone disinformate abboccano e le vittime sono soprattutto i ragazzi. La scelta di questo Premio di avere i giovani come protagonisti è un modo per salvarli, facendo conoscere loro i buoni maestri. Maestri che non seguono le ideologie autodistruttive che portano l’odio verso la democrazia, l’occidente e le nostre radici”.  


La premiazione

 Arriva il momento della Premiazione. La prima a salire sul palco è proprio Denise Pardo, vincitrice della Sezione Adulti con la “La Casa sul Nilo”, romanzo incentrato sull’esperienza dell’autrice vissuta al Cairo in uno spirito di convivenza tra ebrei, arabi e cristiani, bruscamente interrotta allo scoppiare della Guerra dei Sei Giorni. “Questo Premio ha una valenza personale – racconta Pardo nei suoi ringraziamenti – perché, quando fuggimmo dall’Egitto e arrivammo a Roma, mio padre iscrisse mia mamma all’ADEI WIZO.  Raccontare questa storia è stato il modo per ricordare che c’è stato un tempo e un luogo dove questo modello di integrazione è perfettamente riuscito”.

Gila Almagor, vincitrice della sezione ragazzi, saluta il pubblico da Israele e Susanna Sciaky ricorda come il villaggio di Udim di cui è parla il suo libro “L’albero delle Giuggiole” sia in realtà il villaggio WIZO di Hadassim, mostrando una serie di foto in cui la scrittrice recentemente visita il luogo insieme alla Chairperson WIZO Anita Friedman.


Il saluto di Gila Almagor ai ragazzi








Un saluto arriva anche da Goldie Goldbloom, in diretta da Chicago, autrice di “Madre” e finalista nella Sezione Adulti, mentre a ritirare il Premio per la scrittrice c’è Andrea Bergamini della Casa Editrice Playground.

Infine, sale sul palco l’autrice del libro a cui la Giuria ha assegnato il Premio Speciale, Sarai Shavit, che sorprende tutti con un discorso in italiano: “Allo scoppio della Seconda guerra mondiale la poetessa Lea Goldberg rifiutò di uniformarsi alla posizione dei suoi contemporanei, i quali sostenevano che mentre era in corso una guerra si dovesse scrivere solo di guerra. Lei invece voleva scrivere di amore, natura e sentimenti perché non solo un poeta ha il diritto di scrivere di amore in tempo di guerra, ma è suo dovere farlo, dato che il valore dell’amore è superiore a quello della morte. È compito della letteratura ricordare alle persone che sono ancora esseri umani”.

La scaletta prosegue scandendo nomi di prestigio: Susanna Sciaky ringrazia Sabine Schulz e Francesca Lang di Neri Pozza, rappresentanti di una Casa Editrice particolarmente sensibile alle tematiche del Premio.  Eva Vitali Norsa, CoPresidente della locale Sezione ADEI WIZO, ricorda come da tanti anni il Premio Letterario non fosse a Torino, precisamente dal 2008 “e oggi siamo qui proprio in corrispondenza del Salone del Libro. È bellissimo vedere un gruppo di ragazzi che ha fatto un viaggio così lungo, ed è fondamentale in questo momento”.  A lei e alla CoPresidente Evelina Mosseri viene consegnato un attestato che certifica una donazione fatta a loro nome alla WIZO in segno di gratitudine. Altri ne saranno consegnati nel corso dell’evento alla Sezione di Torino, a Nora Bengio, Daniela Bachi, Raffaella e Luigi Luzzati e Sandra Reberschak e agli stessi Nocerino e Barbareschi. “Riconoscere il lavoro, la dedizione e la partecipazione di chiunque collabora con un attestato, un dono o un fiore rappresenta il segno di gratitudine e di rispetto che ha sempre contraddistinto lo stile di chi ci ha educato a far parte della nostra Associazione. – spiega Susanna Sciaky - Ne abbiamo fatto tesoro sempre e spero che anche in futuro le attuali e prossime generazioni mantengano questo prezioso comportamento”.


È il momento concentrarsi sui libri. Ada Treves stimola un talk show attraverso la domanda agli scrittori “Scriverebbe ancora questo libro ora, dopo il 7 ottobre?” La risposta di tutti è sì e ribadisce l’universalità delle storie che contengono quei volumi proprio perché narrano vicende che possono essere di ispirazione anche per tempi bui come questi.

 

La cena di Gala

 La letteratura come arma contro l’antisemitismo dilagante è stata il filo conduttore nei discorsi alla cena di Gala. La scelta del luogo è stata significativa e suggestiva: la biblioteca della Comunità di Torino. Nelle sale ipogee sotto la grande Sinagoga circondati da libri, si sono gustati piatti e parole con gli interventi di Dario Disegni, Presidente Comunità Ebraica cittadina; Giulio Disegni, Vicepresidente Ucei che ha portato il saluto anche della Presidente Noemi Di Segni, Rav Ariel Finzi, Rav Alberto Somekh. Tra le istituzioni Tecla Riverso, Dirigente dell’ufficio scolastico regionale del Piemonte e naturalmente le Co- Presidenti della sezione ADEI WIZO di Torino Eva Vitali Norsa ed Evelina Mosseri. Inoltre, un intervento piacevolissimo di Mara Della Pergola, che, stimolata dalle domande di Susanna Sciaky, ricordando la madre ha rievocato la nascita del Premio: “Noi da bambini eravamo un po’ gelosi dell’ADEI WIZO, in casa non si faceva che parlare dell’Associazione e dell’idea, che era sempre nella mente di mia madre, di qualcosa che, attraverso i libri, facesse conoscere la nostra realtà”. 

  

L’incontro con le scuole

 L’incontro con gli studenti si è svolto il mattino dopo, al prestigioso Liceo D’Azeglio di Torino e ha ribadito come questo momento di confronto con i giovani stia diventando sempre più centrale per il Premio. Lo ha confermato Susanna Sciaky: “Sono convinta che tra gli obiettivi del 7 ottobre ci fosse anche quello di rimettere in moto la macchina del pregiudizio e dell’odio contro gli ebrei. E, in un mondo dove le informazioni si trasmettono con un click, senza che nessuno si prenda la briga di approfondire, le parole e gli slogan possono diventare un’arma potente e micidiale”.  In sala, desiderosi di approfondire gli argomenti trattati, ci sono un centinaio di ragazzi: ritornano gli allievi della Puglia, ma arrivano anche i ragazzi della scuola Ebraica di Milano e dell’Istituto ITIS Galileo Galilei di Livorno. Collegati da ogni parte d’Italia ci sono studenti in rappresentanza delle 17 scuole che hanno aderito all’iniziativa quest’anno.

 

A condurre la giornalista Manuela Dviri e, oltre al parterre degli scrittori, partecipa anche la Professoressa Tsvia Walden, dell'Università Ben Gurion del Negev e figlia del Presidente Shimon Peres. Sarà lei a parlare del libro di Gila Almagor che conosce molto bene.  E la stessa scrittrice saluta i ragazzi e parla della sua esperienza di scrittrice attraverso un video molto toccante. Anche Goldie Goldbloom manda un video messaggio in cui difende la sua libertà di pensiero e termina con un simpatico invito a cena a Chicago per tutti i ragazzi. 

Franco Francavilla, Dirigente Scolastico del D’Azeglio, saluta ricordando come il momento sia difficile “ma a maggior ragione tutto ciò che incoraggia l’incontro della cultura, favorisce la costruzione di ponti e non muri”.  Carlotta Salerno, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Torino racconta la sua esperienza personale: “Sono entrata in contatto con l’ebraismo a 15 anni attraverso uno scambio culturale. Se non ci fosse stato quel seme, il mio percorso non si sarebbe sviluppato”. Poi è un susseguirsi di domande piene di curiosità da parte dei giovani e di risposte in tutte le lingue. In un po’ di luce, evidentemente, si può ancora sperare.

Appuntamento, l’anno prossimo, per l’Edizione del venticinquennale.

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