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Pisa e Livorno per un giorno capitali della narrativa ebraica

Aggiornamento: 30 giu 2023

Non un posto libero nella sala Azzurra della Scuola Normale Superiore a Pisa. Sono venuti in tanti per questa giornata che conclude il XXIII Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola: dopo tre anni di premiazioni on line, infatti, si torna in presenza in un luogo degno della tradizione d’eccellenza di questo evento. Sono accorse quindi le rappresentanti dell’ADEI WIZO da tutta Italia, innanzitutto, per stringersi intorno all’Associazione in questa occasione, ma anche tanti studenti e cittadini toscani amanti della letteratura, perché l’evento è stato imperdibile con al tavolo d’onore due autori pluripremiati come Eshkol Nevo e Andrea Molesini, mentre sullo schermo in collegamento Ayelet Gundar Goshen, Yigal Leykin e Max Gross.

Un parterre di tutto rispetto che in questa edizione, tra premiati e finalisti, ha raccolto il meglio di una nuova generazione di autori israeliani. Un modo perfetto per assolvere nella società contemporanea il compito per cui è stato creato nel 2000: tramettere le molteplici realtà del mondo ebraico attraverso la narrativa ed usarle come strumento contro il pregiudizio.

Ci ritroviamo ad esprimere questi concetti in un luogo di bellezza, progresso e sapere degno di questa manifestazione -spiega Susanna Sciaky, Presidente dell’4ADEI WIZO nel suo saluto - e tuttavia l’antisemitismo vive e cresce nelle zone grigie dell’indifferenza e dell’ignoranza. L’impegno di questo Premio è più che mai necessario per far conoscere il nostro mondo, senza quei filtri e distorsioni che sono difficili da sradicare persino nelle persone insospettabili. Ma vedendo anche quanto ci hanno scritto gli studenti protagonisti della sezione ragazzi, direi che qualche passo nella direzione giusta lo stiamo facendo”.

Tante le autorità intervenute alla cerimonia: il Direttore della Scuola Normale Superiore Prof Luigi Ambrosio che ricorda la storia del luogo e i suoi legami con l’ebraismo, così come fanno anche l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Pisa Professor Massimo Drigoli nel portare il saluto della città e l’Assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi. Il Presidente della Comunità Ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli e il Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri. E naturalmente non possono mancare da Israele i vertici WIZO con Esther Mor, Presidente World WIZO.

La cerimonia è entrata nel vivo con un commosso Eshkol Nevo che ha ricevuto dalle mani di Susanna Sciaky il Premio, per poi raccontare del suo libro scelto dalla giuria popolare “Le vie dell'Eden” attraverso le domande della giornalista Francesca Nocerino e di Marco Malvaldi:Il primo Premio Letterario che ho ricevuto nella mia carriera è stato proprio questo, nel 2010 per “La simmetria dei desideri” - Ricorda Nevo - All’epoca fu proprio quello di cui avevo bisogno per spronarmi a continuare questo mestiere. Si può dire che oggi sto chiudendo un cerchio. Devo fare un ringraziamento all’ADEI WIZO e a Neri Pozza che hanno creduto in me fin dall’inizio”. Ha poi continuato parlando del ruolo dello scrittore oggi di fronte al pericolo che anche le espressioni più caratterizzanti della società rischino di perdere significato “Una delle cose che possiamo fare è ri-umanizzare e dare la vita alle parole che sono state usate fino a consumarsi, che altrimenti rischiano di diventare parole innocue. Uno scrittore deve essere in contatto molto fisico con la vita”. Ha poi scherzato con Malvaldi che si è dichiarato innamorato della protagonista del suo libro. È vero tutti gli uomini si innamorano delle mie protagoniste e tutte le donne dei miei protagonisti, mi fa piacere perché indica che sono riuscito a cambiare il punto di vista di chi legge e devo dire che quello delle donne mi piace molto. È un momento particolare, in Israele sono soprattutto loro a scendere in piazza e a battersi per i diritti civili e non è un caso che ricevere questo premio dell’ADEI WIZO mi renda ancora più orgoglioso”.

Il riconoscimento per la sezione ragazzi va invece a Ayelet Gundar Goshen con “Dove si nasconde il lupo” che si collega a distanza da Israele proprio mentre Nevo ricorda come Ayelet sia stata una sua studentessa (cosa che lo rende molto fiero di lei). È un romanzo intimo e intenso che si sviluppa raccontando di relazioni famigliari messe alla prova da una tragedia “In fondo il mistero della vita non è l’esplorazione dell’universo – spiega Goshen raccontandone la genesi del suo romanzo - ma cercare di capire chi sono le persone a noi più care. Ed è questo l’aspetto veramente umanistico della letteratura, perché ci troviamo ad affrontare tutti gli stessi problemi”.

La cerimonia è proseguita con i saluti da Israele di Sergio Della Pergola che insieme alla sorella Mara tiene in vita il ricordo della madre attraverso quest’opera meritevole. “Oggi, 15 maggio, è la data non ebraica del Giorno dell’Indipendenza dello Stato di Israele e non credo sia una coincidenza. Mentre Israele combatte per la sua sopravvivenza fisica e spirituale, non c’è dubbio che la miglior risposta a chi vuole cancellare questo straordinario esperimento sociale sia l’umanismo, la letteratura, la musica, la cura del paesaggio, la ricerca scientifica. C’è chi non si rassegna a voler distruggere questo popolo, ma eventi come quello che avete realizzato testimoniano che la miglior risposta sono l’umanità, la speranza e l’amore per il prossimo”.

È poi la volta di Andrea Molesini, che riceve il Premio Speciale della Giuria di questa edizione. L’autore veneziano immerge il pubblico nelle vicende storiche della Repubblica Serenissima con decine di dettagli e curiosità. Del resto, l’opera per cui è stato premiato “Il rogo della Repubblica” racconta una vicenda realmente accaduta nel 1480 che ha visto la condanna a morte di tre ebrei in una Venezia perfettamente consapevole della loro innocenza. Un caso esemplare di come l’antisemitismo riesca a penetrare in una società sana facendo piegare la giustizia all’intolleranza. Una tragedia destinata a ripetersi in ogni tempo e in ogni luogo.

Si torna alla letteratura incentrata sulla società contemporanea con Yigal Leykin finalista del Premio nella sezione ragazzi con il suo Il Concerto: “Un’allegoria dello Stato di Israele e della capacità di amalgamare persone completamente diverse in un'unica realtà”, esordisce spiegando il titolo. Ma nell’opera è presente ancora una volta l’altro argomento forte della narrativa ebraica: quello della famiglia: “La famiglia dà la forza. In questo caso volevo toccare le dinamiche all’interno dei figli dei sopravvissuti alla Shoah. Negli anni 50 e 60 in Israele si preferiva non raccontare una ferita così dolorosa, così molti di loro hanno cominciato solo negli anni ‘80 a misurarsi con la storia dei genitori”. Ultimo ad intervenire Max Gross, collegato da New York e finalista nella sezione principale del premio con il suo “Lo shtetl perduto”, la storia di un villaggio di ebrei polacchi che immerso in un bosco vive ignaro degli accadimenti del XX secolo. “Anche Wittgenstein diceva che l’unico modo per parlare di argomenti seri è mediante l’umorismo. – racconta - Quando viene svelata la Shoah agli abitanti dello shtetl la reputano impossibile. Non possono credere che sia esistita una cosa tanto grande ed è un atteggiamento che purtroppo ritroviamo anche in alcune persone oggi. Poi c’è il fatto che gli ebrei sono ossessionati dalle tradizioni, ma anche rivolti al futuro, alla tecnologia, alla scienza, quindi da un lato desiderano assimilarsi a queste società e dall’altra desiderano mantenersi separati”.

Arriva poi il momento della conclusione e dei ringraziamenti, che si trasformano concretamente in certificati che testimoniano un contributo alle Istituzioni WIZO in Israele (nidi, asili, scuole e case protette per donne maltrattate) a nome delle persone che hanno contribuito all’evento: lo ricevono Francesca Nocerino, Carla Guastalla, Marco Malvaldi, Barbara Piattelli, Sara Procaccia, Silvia Ottolenghi, Vanessa Tedeschi. È l’occasione anche per conferire la spilla d’onore dell’ADEI WIZO, un riconoscimento a chi si è distinto per il lavoro a favore dell’associazione la ricevono una commossa Sara Procaccia e Federico Prosperi.



L’incontro con le scuole

Il giorno dopo, come è tradizione, il Premio ha visto gli scrittori incontrare i ragazzi delle scuole. Un momento che è diventato sempre più importante nel corso delle sue edizioni, tanto che quest’anno sono stati più di 700 gli studenti di tutta Italia coinvolti nel ruolo di giurati.

Alla Goldonetta di Livorno (ridotto del Teatro Goldoni) sono arrivati molti di loro, come il Liceo classico di Livorno Niccolini-Palli, ma persino il Liceo Pietro Colonna di Galatina e l’Isis Europa di Pomigliano d’Arco. In centinaia hanno seguito la cerimonia on line dai loro Istituti. Nel suo discorso introduttivo Susanna Sciaky ricorda ancora il potere dei libri nelle mani dei ragazzi come strumenti efficaci per formare una persona contro il pregiudizio. Sul palco del teatro ci sono Eshkol Nevo, Francesca Nocerino, Andrea Molesini e l’Assessore Lenzi. Tra i presenti anche una delegazione della Compagnia dei Carabinieri di Livorno Maggiore Ugo Chiosi, mentre collegati in zoom Yigal Leykin e Max Gross (nonostante a New York siano le tre del mattino). Assente giustificata Ayelet Gundar Goshen: l’otite che le ha impedito di volare fino in Italia l’ha costretta definitivamente a letto. "L'uomo fa progetti e Dio ride” scriverà nel suo messaggio di scuse ai ragazzi.

Quello che colpisce di questa mattinata è la grande preparazione e la capacità di analisi dei testi dimostrata dagli studenti. Anche se non potranno rivolgere le domande all’autrice che hanno votato come vincitrice, appare evidente che hanno assolto al loro ruolo di giurati facendo una lettura approfondita e ponendo domande precise e mature. Ma si dimostrano soprattutto molto interessati proprio all’aspetto più peculiare dalla letteratura israeliana, cioè quei rapporti famigliari e le dinamiche dell’adolescenza che vivono da vicino. Incalzato dalle domande dei ragazzi, filtrate da Francesca Nocerino, Leykin si ritrova così a parlare di come i ragazzi possono comunicare con il linguaggio comune della musica; una studentessa confessa che la lettura del libro di Ayelet Gundar Goshen l’ha aiutata a comprendere meglio il ruolo delle madri e a migliorare il rapporto con la sua ed Eshkol Nevo viene interrogato sul suo essere padre attraverso una domanda importante: “un padre può sbagliare pur di vedere il figlio forte?”, e racconta dei rapporti con le sue tre figlie, diversissime da loro.

Ognuno si apre un poco alle confidenze e dopo tre ore questo dialogo potrebbe continuare ancora a lungo, tanta è la curiosità. Segno che davvero l’iniziativa dell’ADEI WIZO ha colpito nel segno. Per ciascuno di questi ragazzi è bastato un libro per aprire le porte di un mondo che porteranno sempre con sé.





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