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Sciaky (Adei): La cultura per sconfiggere il pregiudizio

Fonte originale: Moked


«Mentre alcune istituzioni delegate alla diffusione della conoscenza si stanno macchiando di atti di immotivato boicottaggio nei confronti di Israele, ho visto con piacere un mondo della cultura stringersi intorno alla nostra iniziativa, nata per costruire la consapevolezza necessaria per sconfiggere il pregiudizio». Lo rileva con soddisfazione Susanna Sciaky, presidente nazionale dell’Associazione Donne Ebree d’Italia (Adei-Wizo), nel dare appuntamento alla cerimonia conclusiva del premio letterario Adei “Adelina Della Pergola” in programma l’8 maggio alle 17 al Circolo dei Lettori di Torino e al successivo incontro con i ragazzi in programma la mattina del 9 al liceo classico Massimo D’Azeglio, istituto in cui si formarono figure del calibro di Cesare Pavese, Vittorio Foa, Emanuele Artom, Leone Ginzburg e Norberto Bobbio.


Le opere vincitrici dell’edizione di quest’anno sono La casa sul Nilo (ed. Neri Pozza) di Denise Pardo nella sezione principale e Sotto l’albero delle giuggiole (ed. Acquario) di Gila Almagor in quella dedicata ai giovani lettori. Un premio speciale per «la scrittura colta e raffinata» è stato inoltre assegnato a Sarai Shavit per il romanzo Lettere d’amore e d’assenza (ed. Neri Pozza). Ospite d’onore della cerimonia al Circolo dei Lettori, condotta dalla giornalista Ada Treves, sarà l’attore Luca Barbareschi.


Nell’attesa della premiazione, gli autori hanno condiviso con l’Adei alcune riflessioni sul loro impegno di scrittori e sul potere anche salvifico delle parole. «Un libro può davvero cambiare il mondo? E in che modo?», è stato loro chiesto. Così Denise Pardo: «Molti libri nella nostra storia hanno davvero cambiato il mondo e credo che possano ancora farlo, nonostante la società contemporanea sia talmente sovraffollata da ogni sorta di messaggi da rendere sempre più difficile far emergere un pensiero forte e costruttivo». Per Gila Almagor, «se un libro riesce a toccare profondamente una persona, a produrre un cambiamento, persino uno sradicamento, è una grande vittoria, ma l’autore non deve aspettarsi che le parole scritte cambino il mondo». A detta di Sarai Shavit, «i libri hanno il vero potere di esporre una verità emotiva, di portare il lettore a intuizioni profonde e di stimolare il pensiero critico: personalmente, i libri mi hanno salvato la vita».


6 maggio 2024


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