Fonte originale: BET Magazine Mosaico
Una rubrica on line per raccontare la quotidianità da una terra ancora lontana dalla pace. Un quadro di precarietà e angoscia che difficilmente viene raccontato dai media italiani.
Combattere l’odio attraverso una forza più potente: quella della verità. È con questo spirito che l’ADEI WIZO ha creato “Voci da Israele”, una rubrica ospitata nella sezione news del sito di ADEI WIZO che per tutto luglio raccoglierà video testimonianze autorevoli da una terra che sembra ancora lontana dalla pace.
Spiega Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO “Abbiamo chiesto ad amiche e amici italiani che vivono in Israele un contributo di 3 – 4 minuti per raccontarci la loro quotidianità, chi sono, il posto dove vivono, il modo in cui è cambiata la loro vita a partire dal 7 ottobre e cosa stanno provando oggi. Ne esce un quadro che difficilmente viene riportato dai media italiani e che ci ricorda come la paura, la precarietà e l’angoscia continuino a far parte della vita di queste persone”.
Sono on line già le prime otto puntate di Voci da Israele. Ad inaugurare la rubrica è stata Angelica Calò Livne, insegnante, educatrice, formatrice, regista, scrittrice, fondatrice e direttrice artistica della Fondazione Beresheet LaShalom – Un inizio per la pace – con sede in Alta Galilea in Israele. La sua testimonianza fa percepire tutta la precarietà di chi vive e lavora nel nord di Israele, anche perché, proprio mentre invia il suo contributo, risuonano le esplosioni degli ordigni lanciati da Hezbollah che la costringono, come ogni giorno, a correre nei rifugi. “La mente può anche sopportarlo, ma il corpo no”.
Particolarmente drammatica la testimonianza di Shany Piattelli, 22 anni, residente a Gerusalemme. Una vita interrotta il 7 ottobre 2023, quando ha dovuto lasciare gli studi, gli amici ed è stata richiamata per due volte come riservista nell’IDF. In un’intervista per LA 7 pochi giorni dopo il 7 ottobre aveva dichiarato di tenere una pallottola per se stessa nella terribile prospettiva di venire catturata. Anche ora che sta per essere richiamata dall’IDF per la terza volta, racconta di come sia disposta a fare la sua parte, ma con il solo scopo di poter vivere tranquilla in una pace che sembra ancora lontana.
Daniela Fubini, giornalista ed esperta di marketing che vive nel moshav di Kokhav Michael, propone un intervento in cui emerge l’angoscia per le persone care impegnate nei combattimenti, ma anche il desiderio che il mondo conosca la loro realtà, così intrisa di precarietà di fronte ad una violenza capace di manifestarsi in ogni momento. Proprio quello che si propone di fare ADEI WIZO.
La scrittrice Ghila Piattelli racconta dell’ospitalità agli sfollati, della riabilitazione dei soldati feriti, ma anche di quanto un abbraccio possa contribuire a fare rinascere la speranza. David Zebuloni, giornalista di Libero Quotidiano, fa un’analisi lucida di come è cambiata la vita di tutti gli Ital-Israeliani. C’è una frase che colpisce particolarmente: “Raccontare Israele in questo periodo significa anche non essere capiti, c’è un non-impegno nel cercare di immedesimarsi in una realtà che invece è molto più vicina all’Italia di quanto non si creda”.
La testimonianza di Mara Vigevani arriva invece dal quartiere di Arnona a Gerusalemme. Comincia con una lista di nomi: sono vittime dell’attacco del 7 ottobre, rapiti dai terroristi di Hamas, soldati caduti. Erano suoi vicini di casa, persone reali che conoscevano tutti. “Il 7 ottobre ha insegnato a tutti che la storia di Israele è breve e che 76 anni possono essere cancellati in pochi minuti”
Il messaggio di Luciano Assin sembra invece girato un giardino dell’Eden. È il Kibbutz Sasa al confine con il Libano, in cui abita da più di 40 anni. Ma l’Eden ha un serpente pericoloso: i frequenti attacchi con razzi e droni di Hezbollah aumentano la paura degli abitanti e devastando culture ed economia. Di fatto oggi Luciano, come tutta la sua comunità, è uno sfollato. Sissi Pagani, invece, si è trasferita a Tel Aviv nel 2015 dove ha aperto una gelateria. “È come avere un sasso nello stomaco” dice. Ma percepisce anche altro: la solidarietà della gente e la necessità di cercare di fare ognuno qualcosa per aiutare il proprio Paese con la certezza che Israele non scomparirà.
Voci da Israele proseguirà fino ai primi di agosto pubblicando circa tre interventi a settimana.
Se abiti in Israele e vuoi contribuire alla raccolta delle testimonianze scrivi a: presidenza@adeiwizo.org
(22 luglio 2024)