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A Basilea 125 anni di Sionismo per guardare al futuro.

Aggiornamento: 30 gen 2023



Sono passati 125 anni da quando Theodor Herzl convocò a Basilea il primo Congresso sionista della storia, mettendo in moto un processo che da lì a 51 anni avrebbe creato lo stato di Israele. Un secolo e un quarto dopo, nella stessa città, si guarda ancora al futuro, ispirati dalle sue parole, come ci racconta Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO.

A Basilea l’Organizzazione Sionista Mondiale - WZO ha scelto addirittura lo stesso identico luogo scelto da Herzl nel 1897 per convocare, il 28 e 29 agosto, il Congresso celebrativo dei 125 anni: lo Stadtcasino, affiancato però dai grandi padiglioni del Messe Congress center, il più grande centro congressi della Svizzera. Del resto, rispetto ai 200 partecipanti del primo Congresso, l’incontro del 2022 ha visto 1.400 presenze e 500 relatori tra cui, ospite d’onore, il Presidente di Israele Isaac Herzog e una buona parte del suo governo.


Theodor Herzl, Isaac e Chaim Herzog sul balcone dell'Hotel Drei Könige di Basilea


C’era, ovviamente, anche una nutrita delegazione della WIZO, conscia del fondamentale ruolo che le appartiene nella storia del sionismo fin dal 1920, quando l’idea di Herzl venne condivisa dalle fondatrici dell’organizzazione con l’intento di dare, anche alle donne, un ruolo in questo straordinario progetto. È stata invitata a far parte di questa rappresentanza, composta da 20 delegate, la Presidente Nazionale dell’ADEI WIZO, Susanna Sciaky. Un contributo che ha rafforzato il ruolo dell’Italia ebraica, rappresentata da alcuni membri di Associazioni e Comunità che costituiscono un ponte tra l’Italia e Israele.

La prima cosa che mi ha colpito sono stati i giovani, tantissimi e pieni di vitalità - esordisce Susanna Sciaky raccontando l’esperienza di questi due giorni - è stato un Congresso che guardava decisamente al futuro, al sionismo del 2023 si può dire. Uno tra i tanti progetti illustrati che ho trovato di particolare impatto per il futuro è quello degli Young Ambassador della Shoah per far diventare i ragazzi un tramite tra le generazioni. Un progetto che, ovviamente, sentiamo molto vicino alle tematiche che affronta l’ADEI WIZO. Del resto, uno dei temi portanti del dibattito è stato proprio il rapporto tra l’Europa e Israele, tra l’ebraismo della diaspora e la nostra casa comune. È stato ricordato come l’Europa abbia una responsabilità importante nel proteggere Israele e nel responsabilizzare le nuove generazioni affinché il drammatico passato non si ripeta mai più. Ma è anche stato sottolineato il contrario, e cioè di quanto oggi Israele abbia un ruolo fondamentale nel proteggere l’Europa dal crescente, serpeggiante, antisemitismo”.

Un tema, quello dei giovani, che si è collegato con la visione di un’Israele dall’identità coesa. “Oltre a uno sguardo nel futuro la sensazione è stata davvero di assistere a un evento storico, seppur in un ambiente di grande amicizia ed unione – continua la Presidente dell’ADEI WIZO - Guardare al futuro vuol dire anche cercare di costruire una visione del sionismo che superi le prove che il mondo contemporaneo ci sta mettendo davanti. In questo senso il Congresso ha fatto il punto sulle minacce che incombono su di noi, come quella molto concreta dell’Iran e ha ribadito un concetto importante, quello che antisionismo e antisemitismo sono ormai diventati sinonimi. La sensazione è che, nonostante il grande sviluppo degli ultimi anni, Israele viva una crisi di identità e che dobbiamo ritrovare lo spirito di Herzl per superare le divisioni tra di noi che portano anche ad una significativa impasse politica. Dobbiamo poter dire: “Siamo ebrei, siamo sionisti, siamo con Israele per continuare il progetto che ha portato alla nascita di questo Stato”. Una sfida che ci ha visto uniti in passato e che ci deve trovare uniti oggi allo stesso modo. Bisogna tornare a costruire insieme ed è necessario indicare la strada ai giovani che, sicuramente, sono i più coinvolti in questo progetto e che sono attratti da Israele oggi più che mai, dare loro un senso di identità. Coinvolgerli nel combattere l’antisemitismo con la cultura. Questo perché Israele è la start up Nation per eccellenza, perché è vibrante di opportunità e di stimoli, perché è viva e frizzante”.

Un altro aspetto davvero “storico” del Congresso è stato il parterre degli ospiti: mai come in questa edizione si è potuto toccare con mano il cambiamento nei rapporti tra Israele e il mondo arabo.

C’era un rappresentante della comunità drusa a portare la propria testimonianza, ma c’era anche un membro della famiglia Al Maktoum che regna a Dubai, Ahmed Obaid Al Mansoori, fondatore del Crossroads of Civilizations Museum e del Museo dell’olocausto a Dubai, davvero la star di questi giorni. Ha detto cose molto sagge, profonde e intelligenti, parlando di creare un futuro di pace tramite la cultura. Parole che, solo pochi anni fa, non si sarebbero mai immaginate pronunciate da un personaggio proveniente da questo mondo.

Infine, diversi momenti conviviali. “La prima serata si è conclusa con lo spettacolo del mentalista israeliano Lior Suchard. È stata davvero una bella sorpresa perché avevamo avuto il piacere di averlo come ospite ad una edizione dell’Adeissima. Ha portato sul palco, per giocare con lui, l’Emiro, le istituzioni e i conferenzieri. Si sono divertiti tutti come bambini”.

Conclude Susanna Sciaky: "Il grandissimo onore che è stato fatto alla nostra Associazione è un riconoscimento per il lavoro e per la dedizione profusi fino ad ora, ma deve essere anche uno sprone per proseguire il nostro impegno nella realizzazione del sogno che condividiamo: insieme ed unite".


Alcuni momenti del Congresso


Le rappresentanti WIZO, alcuni esponenti dell'ebraismo italiano, Susanna Sciaky ed Esther Mor con Silvan Adams




























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