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Per non affondare nel silenzio di un trauma irrisolto: la WIZO dalla parte degli uomini

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Oggi vi vogliamo raccontare di un nuovo fondamentale progetto che sta impegnando la WIZO in Israele con diverse iniziative.

Come tanti altri progetti, è rivolto a supportare le famiglie in difficoltà a causa di questa lunghissima e tragica guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023, ma lo fa mettendosi da un punto di vista diverso rispetto a quello a cui siamo abituati: quello degli uomini, prendendosi cura dei loro traumi e facendo sì che questi non si trasformino in qualcosa di più profondo e potenzialmente pericoloso per chi sta vicino a loro.

Tutto nasce nel giugno scorso con il programma “E’ nato un padre”, creato per sostenere i padri che affrontano in prima persona la terribile esperienza della guerra, come i riservisti nelle Forze di Difesa Israeliane. In un conflitto così lungo, l’alternanza tra mesi di servizio al fronte e periodi con la propria famiglia diventa sempre più difficile da gestire. Sembra impossibile dopo esperienze tanto estreme, lasciare tutto e dedicarsi completamente a dare e ricevere affetto: “Poco a poco, mi sembra che l’esercito sia diventato casa mia...e che, al contrario, la mia casa sia un luogo estraneo alla mia vita”, racconta un partecipante al programma, mentre un altro dice “Semplicemente spengo il cervello. Non so come collegare ciò che è successo là con ciò che succede qui... quindi giro con la mente disconnessa”.

Parole molto simili a quelle che trovate nel video di Dan Schneiderman, psicoterapeuta e assistente sociale, che potete vedere qui:

“È nato un padre” offre uno spazio sicuro in cui i neogenitori possono elaborare le proprie esperienze, condividere le difficoltà e acquisire gli strumenti necessari per essere presenti, connessi e resilienti dal punto di vista emotivo. Consiste in otto incontri di gruppo nei centri WIZO, guidati da terapeuti esperti, in cui i padri possono parlare, riflettere e crescere, esplorando l’impatto emotivo della paternità, le tensioni all’interno delle relazioni e come affrontare questa fase di transizione con chiarezza e forza.

Ma l’impegno verso i genitori non finisce qui. La WIZO si rende conto che il problema è molto esteso: una ricerca dell’Organizzazione evidenzia come quasi il 70% riferisce che la guerra in corso ha aumentato il proprio livello di stress e, il 75%, segnala una crescente pressione economica. Quasi la metà degli intervistati conosce qualcuno che ha perso il controllo o ha sfogato con gli altri la propria rabbia.  Molti di questi uomini si vergognano, si isolano e hanno paura di chiedere aiuto. Troppo spesso lo stress può trasformarsi in frustrazione e, talvolta, in situazioni pericolose per chi è vicino a loro. Sono dati che un’Associazione che si batte per prevenire alla radice la violenza domestica non può trascurare.  E così, il secondo step del programma è ampliare la propria linea telefonica dedicata agli uomini che sentono il bisogno di aiuto per contenere i loro impulsi violenti: un centro di assistenza più esteso per tutti gli uomini in crisi che lottano con le relazioni, la salute mentale, la regolazione emotiva o il peso schiacciante della vita quotidiana in tempo di guerra. Si compone il numero  9835 per avere un supporto immediato in forma anonima e gratuita.

Dell’iniziativa ha parlato anche il TG del Network Israeliano Keshet 12  mentre potete vedere qui la promo del servizio creata dalla Wizo per i propri canali.

Sostenere l’ADEI WIZO significa anche contribuire a questo impegno, per un futuro sereno di queste famiglie e dei loro figli.

Ricordiamo che “È nato un padre” è realizzato in collaborazione con il programma Red Lines dell’Associazione Shitufim e con il sostegno della Fondazione Kavim Leshinui. Il progetto è stato sviluppato con la consulenza del Dott. Yair Apter, psicoterapeuta con oltre 25 anni di esperienza nel lavoro con uomini, coppie e gruppi. Dieci gruppi pilota sono già attivi da maggio in tutto il Paese, da Nahariya a Tel Aviv, da Gerusalemme a Be’er Sheva. 

 

 

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