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Tre domande a…Goldie Goldbloom


Goldie Goldbloom non ha dubbi: la letteratura può cambiare il mondo. Lo spiega bene nella breve intervista a cui abbiamo sottoposto tutti agli scrittori coinvolti nel Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola. Ma l’intera vita di questa scrittrice è all’insegna dell’impegno civile: nata in Australia, oggi vive a Chicago ed è un membro fondatore di Eshel, un’organizzazione di sostegno per ebrei ortodossi Lgbtq+.

Il Premio l’ha vista in finale con “Madre” incentrato intorno al personaggio di Surie, donna di 57 anni che vive con il marito nella comunità chassidica di un sobborgo di Brooklyn.




Un libro può davvero cambiare il mondo? E in che modo?  

Si un libro può cambiare il mondo, o almeno il modo in cui molte persone pensano e sentono. Una cosa semplice come il libro di Harper Lee, "Il buio oltre la siepe", ha cambiato il modo di sentire di molti americani riguardo all'equità razziale. Un libro, ben scritto e anche non dichiaratamente politico, può dipingere nella mente un'immagine di compassione e comprensione che è difficile da cancellare, anche se il lettore la pensava diversamente prima di leggerlo. Le neuroscienze ci dicono che la lettura di un libro può creare ricordi identici a quelli creati dalla reale esperienza di un evento. Se leggiamo la compassione, diventiamo compassione.


Quando scrive ha in mente una precisa tipologia di lettore e se sì quale?

A volte, quando scrivo, immagino un lettore che affronta problemi simili a quelli del mio racconto, ma a volte immagino anche le persone attorno a lui, i suoi cari, che leggono e sentono selle sue sensazioni. Nel caso di Madre, ho pensato di scrivere per un giovane gay in una comunità restrittiva. Ma poi ho immaginato di scrivere per la sua famiglia allargata. E tutti noi siamo una famiglia allargata.


In lei convivono molte identità forti, che sono anche al centro dei suoi libri, come riesce ad equilibrarle della scrittura e nella sua vita.

A me sembra che all'inizio di ogni nostra azione ci sia la necessità di riconoscere interamente il nostro io, portare alla luce tutta la nostra umanità ed essere gentili con il resto del mondo. Tu stai bene, così come sei, Goldie Goldbloom. Se sappiamo chi siamo, possiamo anche sentire quando il sistema non è equilibrato e provare a cambiarlo. Valutare se serve più di una cosa e meno dell’altra. È un processo che facciamo tutti.

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